“La spinta che ci ha portato a creare questo collettivo è stato un principio cardine della nostra educazione: prendersi cura di chi ha piu bisogno. E in quel momento erano i gatti e cosi è stato”

Nella splendida Gran Canaria, circondata dall’azzurro dell’Atlantico, il comune di Puerto de Mogàn si affaccia sulle onde. È qui che opera Cat-mandu. Un collettivo di volontari che da anni si prende cura dei diversi gatti che popolano canali e viuzze, aggiungendo al fascino del luogo l’innata eleganza e il carisma tipico dei felini. Purtroppo non tutti sanno apprezzarlo, ed è qui che entra in gioco l’energia dei singoli. Ecco la storia di un’esperienza positiva portata avanti con convinzione da persone speciali. Ce ne parla Natasya, fondatrice del collettivo.

1. Parlaci un po’ di te. Da quanti anni vivi a Gran Canaria e qual è stato il tuo primo impatto con la realtà dell’isola?

Mi chiamo Nat e dal 30 ottobre del 2007 vivo a Puerto de Mogàn Gran Canaria. Quando sono arrivata qui sono stata accolta da un meraviglioso tramonto e letteralmente investita da un energia fortissima e incredibilmente viva. Madre Natura mi ha letterlamente omaggiato e dato il benvenuto. Successivamente mi ha fatto vedere la realtà di questo posto, ossia la totale assenza di responsabilità nei confronti degli animali.

2. Cat_mandu opera a Mogàn dal 2012. Come è nata l’idea?

Cat_mandu opera ufficialmente dal 2012 come collettivo di volontari che si occupano dei gatti randagi, ma operava già dal 2009 come due singoli individui (io e il mio compagno) spinti dal reale bisogno di cambiare la situazione dei gatti, maltrattati, ignorati e presi di mira, per un’effimera necessità di compensazione dell’ego di individui purtroppo ancora non in grado di comprendere il vero senso dell’espressione “Essere Uno”.

L’idea, la spinta che ci ha portato a creare questo collettivo è stato un principio cardine della nostra educazione: prendersi cura di chi ha piu bisogno. E in quel momento erano i gatti e cosi è stato. Noi ci prendiamo cura dei gatti.

3. Quali difficoltà avete incontrato nel muovere i primi passi? Da chi, al contrario, avete ricevuto appoggio e comprensione?

Le difficoltà sono state la spinta per farci andare avanti sempre. Noi abbiamo sempre avuto ben chiaro il nostro obiettivo: dare ai gatti di strada di Mogàn una vita dignitosa e, nel limite delle nostre possibilità, ricca di Amore. Attenzione, per Amore intendiamo anche un solo gesto consapevole volto a rendere migliore il loro mondo circostante, per esempio il fatto di trovare sempre acqua fresca a disposizione, cosa impossibile su un’ isola non avendo a disposizione acqua pubblica.

I grandi cambiamenti richiedono molta pazienza, e all’inizio ero vista come la pazza del luogo perché mi prendevo cura di loro. La perseveranza, la pazienza, l’Amore e la fede nelle inesorabili leggi di Madre Natura hanno fatto sì che tantissime persone si sono rivelate invece amanti dei gatti e hanno appoggiato il nostro progetto di Tutela dei Gatti Randagi.

gatto bianco e nero in riva al mare
Uno dei gatti della colonia felina. (Foto: Cat_mandu)

Parliamoci chiaro, sono nata a Roma, la Città Eterna che da sempre ha protetto, in un modo o nell’altro, i felini. Di certo non potevo venire meno.

Appoggio e comprensione sono arrivati dalle persone più disparate, provenienti da tutta Europa e non solo. Due dei nostri più grandi amici sono russi: Nikolay e Tamara Ghrishko.

4. In quali compiti consiste gestire una colonia felina? Come vi organizzate tra volontari?

Gestire una colonia felina comporta il fatto che devi prenderti cura di loro. E prendersi cura non è soltanto adempiere al compito di sfamarli, bensì essere presente. I gatti riconoscono una figura a cui avvicinarsi, sentirsi protetti e chiedere aiuto. Noi ci prendiamo cura di loro tutti i giorni, acqua e cibo (croccantini di buona qualità e umido), castrazione e sterilizzazione sono obbligatorie per una colonia riconosciuta dall’Ayuntamiento (il Comune) e se il gatto sta male si porta dal veterinario e si fa tutto il possibile per curarlo e riportarlo in condizioni ottimali.

Ogni volontario si occupa di una o piu colonie di gatti. E la procedura è la stessa per tutti: acqua fresca, ciotole pulite, croccantini, umido, si pulisce l’area per evitare problematiche di vicinato, si controllano i gatti, ecc..

5. In questi anni avete raggiunto diversi traguardi in termini di protezione e cura dei gatti del luogo. Quali cambiamenti hai notato nella mentalità e nell’atteggiamento delle persone nei confronti dei mici e degli animali in generale?

-Ho riscontrato una profonda presa di coscienza e un’accettazione del lavoro che svolgiamo. Non in tutti, ovviamente, ma tante persone che all’inizio ci hanno ostacolato e boicottato, oggi sono più tranquille, pacifiche e apprezzano cio’ che facciamo. Molte persone oggi riconoscono che i gatti sono curati, tranquilli, che sono un plus per i turisti che vengono a visitarci. E visto e considerato che viviamo di turismo sanno perfettamente che ciò che facciamo noi, volontari, è qualcosa di estremamente utile e di grande impatto.

6. Portare avanti un progetto così importante nonostante gli ostacoli non dev’essere sempre facile. Quanto conta l’atteggiamento per non lasciarsi scoraggiare?

-L’atteggiamento è fondamentale. Se non sei mosso da un obiettivo davvero profondo sei schiacciato dai problemi e dagli ostacoli. Avere un atteggiamento fermo e consapevole degli obiettivi da raggiungere è la chiave vincente. In questi anni di volontariato tante volte io, come i miei colleghi e amici, avremmo voluto mollare perché ti sembra di combattere contro i mulini a vento. Poi ti rendi conto in un attimo che ciò che davvero importa sono solo loro: i gatti. E vai avanti. Lacrime e sconforto, rabbia e desolazione lasciano il posto all’Amore, a quella testolina che viene da te e si strofina sulle tue mani, tra le tue gambe, ai miagolii di gioia nel vederti, la coda ad uncino che ti aspetta per una carezza o solo per mostrarti una prole viva e vegeta grazie ai tuoi sforzi quotidiani.

gatto con aloe
Uno dei mici curati da Cat_mandu.

7. A volte vediamo intorno a noi situazioni o comportamenti che ci sembrano ingiusti ma non tutti traducono questa consapevolezza in azioni concrete, forse per il timore di non riuscire a fare la differenza. Che consiglio daresti per superare la “sindrome da battaglia persa”?

-In primis cancellare l’idea della battaglia persa. Non esiste battaglia persa. È il nostro atteggiamento che fa la differenza. L’unica cosa che mi sento di dire è: se volete davvero aiutare cominciate ad aprire le porte di casa vostra. Date accoglienza, aiutate i volontari di zona, siate vigili, aprite gli occhi, fermatevi e soccorete un animale bisognoso.

Se vedete un gatto o un cane abbandonato prendetelo, curatelo, portatelo dal veterinario e abbiate fede che tutto si risolverà. Siate empatici. Non fermatevi al solo scattare una foto e chiedere aiuto. Non potete pretendere di essere aiutati se non siete voi, in primis, ad offrire un aiuto.

8. In che modo è possibile aiutare Cat_ mandu?

Parlando del nostro progetto e aiutando le realtà di zona.

Potrei dirti altre cose, bonifici bancari o quant’altro, ma parliamoci chiaro: si limiterebbero ad una tantum e noi, per quanto piccoli come realtà, abbiamo bisogno di un sostegno reale per realizzare il nostro progetto: un pezzo di terra per creare il primo rifugio dei gatti in Gran Canaria.

Aggiungo che se venite in vacanza qui, a Puerto de Mogàn, ci potete aiutare portando i vostri sorrisi e le vostre presenze quando diamo da mangiare ai gatti e promuovere la sensibilità nei confronti degli animali.

gatto a pelo lungo bianco e nero
Un “ospite” della colonia. (Foto: Cat_mandu)

9. C’è altro che vorresti aggiungere?

Siamo 16 persone volontarie, in un comune grandissimo, tra residenti e turisti, che ogni giorno cerchiamo di rendere migliore la vita dei nostri amici a quattro zampe. Ognuno di noi lavora e ha una vita privata, ma tutti noi abbiamo un obiettivo comune: rendere la vita dei gatti su questa Terra migliore e degna di essere vissuta. Abbiamo una grande responsabilità alla quale non veniamo meno mai: BE THE CHANGE YOU WANT TO SEE IN THIS WORLD.

Dobbiamo essere Noi il cambiamento che vogliamo vedere in questo mondo.

 

 

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